La Campagna 2019

Tra il maggio e il giugno 2019 ha preso avvio la seconda campagna di indagine con un gruppo di ricerca formato da 13 tra archeologi e studenti provenienti da 8 Università. Il principale obiettivo della stagione è stato quello di completare la prospezione della Zona A, una vasta porzione del territorio delle pianure dell’Alto Campidano incentrato sul sito di S’Urachi. Sono state effettuate le ricognizioni nei campi che erano inaccessibili durante la precedente campagna, ampliando dunque l’area di indagine e proseguendo nella catalogazione delle evidenze e dei siti archeologici all’interno di questo settore. È inoltre iniziata l’esplorazione della Zona B, l’area costiera della penisola del Sinis prossima al Capo Mannu e subito ad ovest dell’altro settore da noi indagato. Questa prima fase di indagine si è rivelata utile per la pianificazione delle attività di ricognizione programmate per la prossima campagna di prospezione.

Units surveyed by SAP in 2018 (yellow) and 2019 (blue).
Le unità indagate dal Progetto durante il 2018 (in giallo) e il 2019 (in azzurro).

La nostra attività è stata principalmente incentrata nella ricognizione della Zona A. Durante la campagna sono state esplorate a piedi 241 unità per un totale di 1,78 km2. Complessivamente, insieme alla prospezione portata a termine l’anno precedente, abbiamo indagato 464 unità per un totale in questo settore di 3,10 km2. In occasione di questa campagna abbiamo sperimentato l’impiego di immagini satellitari, scaricate quotidianamente, per aiutarci a riconoscere i campi arati da poco e quelli per noi accessibili, una tecnologia che ci ha aiutato molto nella velocità e nell’efficienza della nostra indagine. Sebbene lo studio dei reperti ceramici sia ancora in corso, i risultati preliminari si raccordano significativamente con le iniziali interpretazioni avanzate durante la precedente campagna. La ricerca infatti evidenzia come molti siti dell’età del Bronzo e dell’età del Ferro siano stati nuovamente occupati, e modificati, nel corso dell’epoca punica e delle prime fasi romane e talvolta anche durante la tarda età romana e il periodo medioevale. Molti tra i siti con una prolungata fase di vita sono sorti in una posizione elevata del nostro paesaggio, dunque con un facile accesso alle risorse fluviali evitando d’altra parte gli straripamenti stagionali.

Abbiamo inoltre continuato la ricognizione a carattere regionale nella Zona A e in alcuni settori della Zona B per identificare e documentare i siti e le evidenze note lungo il paesaggio esplorato e integrarli con quelli scoperti attraverso la prospezione da noi effettuata a piedi. Durante la campagna abbiamo visitato e documentato 46 siti di interesse, 34 per la Zona A e 12 per la Zona B. Tra questi vi sono 23 evidenze archeologiche, di cui 4 sono concentrazioni di materiale (ceramico e/o litico) e 19 altri siti. Questi includono nuraghi, tombe dei giganti, cave, chiese, pozzi e molti altri siti che spaziano dal Neolitico sino al XIX secolo. Abbiamo impiegato anche un drone per effettuare fotografie aeree, oltre a tradizionali fotografie, disegni, documentazione e ricerche d’archivio per conoscere al meglio ciascuno dei siti di nostro interesse.

Linda Gosner and Seth Price record the rural Roman baths at Su Anzu.
Linda Gosner e Seth Price documentano le terme romane presso Su Anzu.

La nostra ricerca durante la campagna 2019 ha fornito altri numerosi dati per analizzare l’impatto dei contatti coloniali in antichità e delle dinamiche moderne sui paesaggi rurali dell’Alto Campidano e della penisola del Sinis. Non vediamo l’ora di condividere in dettaglio i risultati del nostro lavoro nei prossimi incontri del 2020 presso l’Archaeological Institute of America e la Society of American Archaeology.