Nel giugno 2018 è iniziata la nostra prima campagna di indagine. Il nostro lavoro è stato indirizzato all’esplorazione delle pianure dell’Alto Campidano che circondano il grande sito nuragico di S’Urachi (Comune di San Vero Milis, Oristano). Questo è un territorio di piatte pianure percorse da fiumi, corsi artificiali e canali di irrigazione. Oggi l’agricoltura e la pastorizia sono le principali attività in questo ambito rurale. Abbiamo definito questo settore come Zona A, mentre le aree oggetto delle nostre future più estese ricognizioni saranno denominate Zone B, C e D. Gli obiettivi per questa campagna erano l’esplorazione del prolungato utilizzo di questa regione interna e delle sue risorse, sia per offrire nuovi elementi per contestualizzare l’importante sito di S’Urachi sia per perfezionare la metodologia alla base del progetto.
Ci siamo principalmente concentrati in una campagna di ricognizione effettuata a piedi nella Zona A, basandoci su una metodologia da tempo già impiegata in prospezioni archeologiche nel Mediterraneo. Abbiamo quindi sistematicamente camminato attraverso le campagne, contando e raccogliendo reperti esposti in superficie. Attraverso la mappatura dei nostri settori di ricognizione (unità) e l’analisi dei materiali rinvenuti, abbiamo elaborato piante che ci aiutano a riconoscere i diversi periodi di uso del territorio. Complessivamente abbiamo esplorato 226 unità, per un totale di circa 1,3 chilometri quadrati. Le carte prodotte illustrano l’intensità dell’uso del territorio intorno a S’Urachi in epoca antica: così, ad esempio, concentrazioni di ceramica distanti dal centro svelano l’occupazione di siti minori in un vasto territorio di pianure alluvionali, in antico probabilmente soggette a periodiche esondazioni. L’abbondanza di ceramica e rifiuti moderni in tutta l’area mostra quanto il paesaggio sia cambiato, infatti diversi terreni, che non erano adatti all’insediamento in periodo antico, ora sono stati permanentemente convertiti a uso agricolo e di allevamento.
Oltre a effettuare la ricognizione camminando, abbiamo iniziato prospezioni regionali all’interno e intorno alla Zona A per meglio comprendere la distribuzione dei siti nel territorio e documentarne le evidenze e caratteristiche. Abbiamo elaborato una carta della Zona A con centinaia di siti archeologici, noti e potenziali, sulla base di precedenti pubblicazioni e dati pubblici. Abbiamo visitato molti di questi luoghi, documentando 37 evidenze attraverso la fotografia tradizionale, la fotogrammetria, il disegno e la fotografia aerea con il nostro drone. Queste evidenze vanno dall’età del Bronzo al diciannovesimo secolo: tra le altre ricordiamo, nuraghi, cave, strade antiche, recinti per animali, chiesette rurali cristiane, fattorie e mulini ad acqua.
La campagna di quest’anno ci ha permesso di sperimentare il nostro metodo di lavoro e di trarre alcune importanti osservazioni. Il centro di S’Urachi, di certo il più grande e importante della Zona A, era all’interno di un paesaggio denso di siti più piccoli. La maggior parte dei siti archeologici rivela inoltre evidenze di riutilizzo e rioccupazione nel corso del tempo. Ad esempio, molti siti in precedenza classificati come “nuragici” mutarono in periodi successivi per scopi diversi. Infine, la gestione dell’acqua per coltivazioni e altri impieghi è stata, e continua a essere, di estrema importanza per lo sfruttamento agricolo e l’insediamento in questa regione.
Non vediamo l’ora di condividere con voi molti altri risultati dalle ricerche di quest’anno.